Capire l'autostima
Un uomo è ricco o povero secondo quello che pensa di se stesso, non secondo quello che possiede.
Henry Ward Beecher
L'autostima è un argomento che desta molto interesse e capita spesso di sentire persone che si definiscono con "una bassa autostima" o che affermano: "se solo avessi un'autostima più alta potrei...".
Da un punto di vista psicologico possiamo chiederci: come definire l'autostima?
Il concetto è più complesso di quello che sembra, l'autostima deriva infatti da un mix tra le percezioni che abbiamo di noi stessi e quelle che abbiamo su come gli altri ci considerano. Alcune persone tendono a prestare più attenzione al proprio modo di vedersi (positivo o negativo che sia) mentre altre si affidano in larga parte alle considerazioni degli altri su di sè.
L'autoefficacia è un concetto che si collega strettamente all'autostima. Con autoefficacia si intende la percezione che abbiamo delle nostre abilità in uno specifico campo.
Ad es. se mi sento un buon musicista, vuol dire che in quel campo ritengo di riuscire bene e ho una buona autoefficacia percepita.
Sentirsi efficaci in una o più aree contribuisce ad una maggiore sicurezza di sè e alla costituzione di una buona autostima.
Accanto alla percezione del “saper fare” (definita dall'autoefficacia) è importante la percezione dell' “essere”, del proprio valore come persona in quanto tale indipendentemente dal proprio comportamento.
Accettarsi per come si è, essere disposti a perdonarsi e a prendersi cura di sè, adottare uno stile assertivo, saper esprimere e regolare le proprie emozioni sono buone basi per la costituzione di una autostima alta.
A livello educativo se un bambino viene gratificato esclusivamente per quello che fa o percepisce un' ansia del genitore sul "fare" può sviluppare iperattività che, una volta adulto, si può trasformare in ansia da prestazione e standard severi.
Anche una scarsa attenzione a premiare il “saper fare” può essere controproducente risultando in una scarsa autoefficacia per il bambino.
Pertanto da parte dei genitori è importante la consapevolezza del proprio ruolo nel costruire l’autostima del bambino e la dimostrazione di un affetto incondizionato per lui come persona, accanto alla incentivazione di alcuni comportamenti rispetto ad altri.
Sono inoltre da evitare critiche dirette al bambino piuttosto che al suo comportamento (“sei incapace”, “sei cattivo”) che lo costringono ad adottare un’immagine negativa di sè pur di mantenere la relazione con i genitori.
Vediamo ora come il concetto di autostima possa essere compreso meglio scomponendolo in tre parti:
1) Sè ideale: come vorremmo essere, qual è il nostro ideale
2) Sè percepito: come mi vedo
3) Sè reale: come sono realmente
L’autostima può essere definita come la distanza che avvertiamo tra il Sè ideale e il Sè percepito. Come vedremo di seguito è comunque importante anche la distanza tra Sè percepito e Sè reale.
Vediamo due esempi.
1) Sè ideale: essere il migliore in azienda; 2) Sè percepito: poco capace lavorativamente; 3) Sè reale: ha ottenuto promozioni e mostrato una produttività superiore alla media
In questo esempio sè ideale e sè percepito sono distanti perchè vi è una scarsa attenzione o una distorsione nella percezione del Sè reale.
La persona in questione avrà quindi una visione di sè negativa per quanto riguarda la sfera lavorativa. Le informazioni positive provenienti dai colleghi e superiori circa la propria abilità verranno ignorate o minimizzate per mantenere questa immagine di sè negativa.
1) Sè ideale: essere un genitore che non sbaglia mai; 2) Sè percepito: sono un genitore mediocre; 3) Sè reale: svolge con attenzione e impegno la funzione genitoriale
In questo secondo esempio l’ideale è troppo alto e astratto per essere raggiungibile, questo porta a percepirsi costantemente inadeguati anche se si svolge un buon lavoro come genitori.
Anche in questo caso verrà minimizzato quanto viene fatto, così come le valutazioni positive delle altre persone.
La propria valutazione sarà basata unicamente sul confronto tra la propria percezione e il proprio ideale perfezionistico.
In seguito riprenderemo in esame il tema dell'autostima e parleremo dei possibili interventi cognitivo comportamentali per migliorarla.
Dott. Enrico Parpaglione psicologo a Torino
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