Sebbene chi è depresso ha la percezione di essere il solo ad avere questo problema, la depressione è un disturbo piuttosto diffuso. In Italia almeno 1,5 milioni di persone soffrono di depressione mentre il 10% della popolazione ha una depressione di rilevanza clinica nel corso della vita.
Gli effetti della depressione possono variare a seconda dell’età e del genere della persona.

Le donne hanno una probabilità doppia di soffrire di depressione nel corso della vita rispetto agli uomini. Le spiegazioni di queste differenze di genere sono diverse, per alcuni ricercatori sono da attribuire ai complessi cambiamenti ormonali ai quali la donna è soggetta nel corso della vita (pubertà, mestruazioni, gravidanza, menopausa).
Per altri le cause sarebbero piuttosto legate al ruolo della donna nella società moderna e alle responsabilità che si trova a sostenere (figli, lavoro, sostegno a famiglia d’origine).

Tra gli uomini il rischio di depressione è più basso ma è più probabile che non venga diagnosticata o che venga diagnosticata tardivamente.
Gli uomini tendono infatti a considerare poco accettabile mostrare la propria vulnerabilità e questo li porta a minimizzare il problema e non cercare aiuto.
Se la depressione è meno diffusa tra gli uomini, i suoi effetti sono ancora più pericolosi che nelle donne. Negli uomini la depressione è più spesso associata all’uso di droghe e di alcol, inoltre gli uomini commettono atti anticonservativi con probabilità di quattro volte superiore alle donne.

Anche gli anziani sono a rischio di depressione. Nella terza età è probabile che le persone sperimentino lutti o periodi prolungati di solitudine. Possono inoltre avere problemi fisici ed economici e tutti questi fattori contribuiscono all’emergere di un disturbo depressivo.
Inoltre può accadere che la depressione negli anziani venga sottovalutata e non sia riconosciuta in quanto i segni della malattia possono essere confusi con i normali problemi dell’età.

Dott. Enrico Parpaglione psicologo a Torino