Abbiamo visto che le fobie possono essere riferite a tipologie diverse di stimoli: animali, ambienti naturali, sangue-iniezioni-ferite, situazioni ecc..
Se pur apparentemente diverse, le fobie condividono caratteristiche comuni che, per alcuni aspetti, le distinguono dalle “paure sane”:
Si tratta di paure che non sono proporzionate alla pericolosità dello stimolo (scappare di fronte ad un gatto non è la stessa cosa che attuare lo stesso comportamento di fronte ad un leone).
Nelle fobie inoltre la consapevolezza razionale della non pericolosità non riduce la paura e l'ansia: se qualcuno ci spiega ad es. che i gatti sono animali socievoli la nostra paura non svanisce. Il contatto con l’oggetto fobico attiva risposte emozionali (aumento del battito cardiaco, del ritmo della respirazione, della tensione muscolare, sudorazione ecc..).
Infine abbiamo la tendenza a fuggire dalle situazione o oggetti fobici o a evitarli.
La fuga avviene quando la persona si trova a contatto con l’oggetto fobico e, per ridurre la paura e la sensazione di malessere, se ne allontana.
L’evitamento è invece un insieme di comportamenti con cui la persona evita attivamente il contatto con l’oggetto fobico.
Es. Luigi ha paura dell’altezza ed evita di recarsi nei piani alti dei palazzi.
Un principio particolarmente importante è che la fuga e l’evitamento riducono momentaneamente il disagio ma rinforzano la fobia. Ogni volta che vengono attuati riaffermano infatti il presunto carattere di pericolosità della situazione o dell’oggetto fobico riducendo la possibilità che avvengano nuove esperienze positive a disconferma della fobia,
Prima di parlare delle modalità con cui vengono apprese le fobie, possiamo notare che l’attivazione di emozioni negative e il loro ricordo è un meccanismo che ha un ruolo importante nell’adattamento all’ambiente: la paura e l'attivazione di risposte quali aumento del battito cardiaco, della respirazione, ecc. ci prepara infatti all'emissione di comportamenti di attacco-fuga-paralisi utili a fuggire da un pericolo.
E’ normale e auspicabile che di fronte a stimoli intensi, sconosciuti, improvvisi o pericolosi si attivino risposte emozionali e comportamentali legate alla paura.
Inoltre le nostre reazioni di paura hanno un’importante funzione comunicativa: indurranno nelle altre persone comportamenti compensatori come una maggiore protezione nei nostri confronti.
Avere paura è quindi di per sè sano, tuttavia accanto a queste “paure sane” che ci permettono di preservare la nostra incolumità, possiamo sviluppare nel corso dell'esperienza paure e ansie che non sono legate a oggetti e situazioni realmente pericolosi.
Le fobie possono essere apprese attraverso condizionamento classico, condizionamento operante o da apprendimento da modello.
Nel condizionamento classico le risposte tipiche del soggetto vengono associate a nuovi stimoli tramite l’accoppiamento dei nuovi stimoli con quelli che normalmente determinano la risposta.
Vediamo un es.: Sara prova un attacco di panico poco prima di un esame e associa il senso di malessere all’esame stesso. Un situazione che prima era neutra, l’esame, viene associata alle paure e risposte cognitive e comportamentali che prima erano attivate solo dall’attacco di panico.
Nel condizionamento operante una risposta può essere modificata dalle sue stesse conseguenze.
Se un bambino riceve un rinforzo positivo quando non affronta una particolare situazione è probabile che associ questa situazione a un pericolo.
Es. un bambino si avvicina all’acqua di una piscina timoroso, la mamma si mostra apprensiva, lo abbraccia e lo rincuora, allontanandolo dall'acqua riduce il disagio del bambino (ma soprattutto il suo).
Il bambino apprende che se non si avvicina all’acqua viene coccolato, dalle premure della mamma deduce che l'acqua è pericolosa.
L’apprendimento da modello, avviene tramite l’osservazione di una persona che mostra paura di fronte ad un oggetto o situazione.
Es. un bambino apprende la fobia dell’acqua osservando la madre si mostra spaventata davanti ad essa.
Prossimamente parleremo di come sia possibile superare le fobie grazie all’ausilio di tecniche cognitivo-comportamentali.
Dott. Enrico Parpaglione psicologo a Torino
2 commenti
Commento di: Galli Eros Visitatore
Commento di: admin Membro
L’esposizione graduale alla situazione temuta, eventualmente sotto la guida di un terapeuta cognitivo comportamentale è la strategia più effice nel caso di fobie apprese.
Può anche essere di aiuto l’apprendimento di tecniche di rilassamento e l’esposizione in immaginazione.
Cordiali saluti
Dott. Enrico Parpaglione
Ciao,
io mi identifico con il problema della paura dell’altezza ( andare dopo il 2° piano)mi viene delle crisi di panico se so che ci sono delle finestre attorno. Presumo il tutto é successo anni fa quando mi sono trovato attaccato su una roccia in montagna con un vuoto di ca. 2o metri e non riuscivo piu ad andare via, ma poi sono riuscito.
Al momento sembrava tutto ok ma mi sono accorto dopo di strane paure.
Adesso con il passare dei anni sta peggiorando forse perche si ha meno pazienza e si cerca di evitare il problema e si cerca di non salire oltre il 2° piano.
Attendo vostre opinioni o consigli
Vi ringrazio…
Saluti.