Oggi parleremo di un’idea che si ritrova spesso nelle coppie e che lo psicologo americano A. Lazarus ha citato tra i miti che possono rovinare un matrimonio.
Secondo questa convinzione “i veri innamorati dovrebbero percepire istintivamente i pensieri e sentimenti l’uno dell’altro”.
Chi condivide questa idea ritiene che, se il partner è innamorato, dovrebbe capire i suoi pensieri e sentimenti al volo, senza che sia necessario comunicarli a parole.
Questa aspettativa può risultare pericolosa poichè mette la comunicazione verbale in secondo piano e alimenta una serie di interpretazioni sui pensieri del proprio compagno.
Anna interpreta il pensiero di Marco pensando: “non mi sta aiutando anche se ha capito che sto male perchè non mi vuole bene”.
Senza rendersene conto dà per scontato che Marco abbia compreso il suo bisogno e che lo stia ignorando a causa di una emozione che prova nei suoi confronti.
Questo scenario viene a crearsi nella mente di Anna senza che Marco sia stato interpellato!
Se pensiamo che l’altro debba capire al volo i nostri sentimenti saremo probabilmente anche fiduciosi sulla nostra possibilità di capire al volo i sentimenti e pensieri dell'altro.
Marco si rivolge ad Anna: “perchè sei arrabbiata?” e Anna: “non sono arrabbiata”, Marco: “ti ho fatto qualcosa?”, Anna, con voce alterata: “ho detto che non sono arrabbiata”.
Tuttavia, affermare di conoscere i pensieri e i sentimenti dell’altro meglio di lui stesso, è una forma di violenza psicologica e genera nel partner irritazione e chiusura.
Qual è l’alternativa? Non aspettiamoci che il nostro partner sappia cosa abbiamo in mente e smettiamola di interpretare il suo pensiero prima che lo esprima.
Se desideriamo conoscere lo stato d’animo del nostro partner chiediamo a lui o lei: “come ti senti?”. Se vogliamo comunicare all'altro una nostra sensazione sul suo stato d'animo facciamolo con attenzione e lasciando spazio alla possibilità di non averlo compreso correttamente: “mi sembri arrabbiata, è così?”
Ricordiamoci che una comunicazione inadeguata tende ad alimentare lamentele e recriminazioni su esperienze passate: “Lo sapevi che a me piaceva ma non mi hai mai portato a ballare!”.
Talvolta a questo tipo di recriminazioni si accompagna un atteggiamento colpevolizzante: “se mi avessi amato veramente mi avresti portato a ballare”.
Tutte queste dinamiche alla lunga rendono il rapporto fragile e conflittuale.
Per concludere, condividere i propri sentimenti con un’altra persona può rendere la comunicazione più efficace e profonda. Pensare che bastino i sentimenti per capirsi, blocca la comprensione reciproca e rovina il nostro rapporto.
Dott. Enrico Parpaglione psicologo a Torino
sono perfettamente daccordo..il problema è quando..ci si tiene tutto dentro..e si soffre..poi si prova a parlare ma si ha paura di ferire l’altro..e quando si prende coraggio..lui non ti prende sul serio e ti dice che non è il momento adatto..io come dovrei comportarmi?voglio rispettare la sua persona..lo amo più della mia stessa vita..ma a volte mi sento ignorata..