Da dove arriva la rabbia?
Conosciamo bene gli effetti distruttivi che la rabbia ha nella nostra vita, se non gestita infatti può avere importanti ripercussioni sulle relazioni interpersonali, soprattutto su quelle più intime, può incrinare rapporti di lavoro, può peggiorare situazioni che sono già difficili e non fa altro che incrementare aggressività. Molto spesso il termine rabbia, viene usato come sinonimo di aggressività o violenza, andando così ad assumere una connotazione negativa. La rabbia non è solo questo, essa infatti assolve un ruolo molto importante nella vita del singolo individuo, poiché segnala la violazione dei propri diritti o la presenza di un ostacolo al raggiungimento di obiettivi personali. Imparare a gestire la rabbia, non significa controllarla o soffocarla, ma fare in modo che la l’insieme delle emozioni con le quali rispondiamo alla rabbia siano più funzionali e adeguate al contesto in cui ci troviamo.
Per fare questo l’approccio cognitivo comportamentale (e più in dettaglio la Terapia Razionale Emotiva Comportamentale REBT) sostiene che siamo noi stessi ad attribuire un valore alle nostre esperienze sulla base delle convinzioni su di esse. Queste stesse convinzioni poi determinano i sentimenti e i comportamenti legati all’esperienza di rabbia che si vive. Occorre quindi intervenire sulle convinzioni che abbiamo in merito alle esperienze che viviamo, perché sono proprio loro che creano sentimenti negativi inappropriati di rabbia. Il passo più grande da compiere è quello di ammettere con se stessi e con gli altri di essere arrabbiati e accettare di poter provare rabbia senza sentirsi in colpa.
Dott. Enrico Parpaglione psicologo a Torino
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