Una domanda per cambiare
Quando ci troviamo di fronte ad un problema è molto importante capire quali domande ci facciamo.
A seconda delle domande che ci poniamo avremo infatti un diverso atteggiamento e comportamento di fronte alle difficoltà.
Immaginiamo che dopo aver lavorato per anni come dipendente in un’azienda ci venga data notizia che nel giro di un anno chiuderà.
Qual è la nostra reazione? Quali domande ci poniamo? Naturalmente è normale che si possano provare emozioni negative rispetto ad una situazione di questo tipo. Tuttavia, cosa capita se le domande che facciamo a noi stessi sono “improduttive”?
- perchè capitano tutte a me?
- non potevano tenerla aperta?
- e ora come farò? Sono rovinato?
- perchè devo stare così male?
- perchè mi fanno questo?
- e se non trovo più lavoro?
- è possibile che accadano queste cose?
- come si permettono?
Queste domande non ci porteranno ad azioni utili a superare gli ostacoli ma al contrario ci intrappoleranno nell'ansia, nella rabbia e nella tristezza.
Si tratta infatti di domande di “non accettazione”; non accettare una situazione è importante se siamo in grado di esercitare un controllo su di essa e possiamo dunque fare qualcosa per cambiarla. Cosa accade se invece non accettiamo qualcosa che non possiamo cambiare? La nostra mente si blocca cercando ripetutamente di tornare sul problema senza trovare risposta.
Quando incontriamo un ostacolo sul nostro cammino è utile farci domande diverse che potranno portarci ad azioni diverse e dunque a risultati diversi.
Vediamo alcune possibili domande di "cambiamento":
- quali abilità ho acquisito in questi anni?
- in cosa sono bravo?
- cosa mi piace fare?
- che lavoro farei gratis?
- quali abilità mi mancano per poter fare quello che voglio?
- come posso scoprire che opportunità ci sono sul mercato per fare ciò che voglio?
- dove posso acquisire le abilità che mi mancano?
- come hanno affrontato la medesima situazione persone che hanno avuto successo?
- quali persone posso contattare? con quali modalità?
- quali aziende posso contattare? con quali modalità?
- cosa posso fare oggi? quali saranno i passi successivi?
- dove voglio essere tra sei mesi, un anno, tre anni?
Le differenze tra queste domande e quelle precedenti sono facilmente individuabili. Le prime sono legate a situazioni fuori dal nostro controllo che fanno parte del passato o di un futuro temuto e catastrofico.
Le seconde ci aiutano a capire qual è il futuro che desideriamo e ad allineare ad esso le nostre azioni attuali.
Dott. Enrico Parpaglione psicologo a Torino
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