Eventi e disagio emotivo
Oggi scriverò di un concetto introdotto dallo psicologo clinico Albert Ellis “padre” della terapia comportamentale razionale emotiva (REBT).
Colgo l’occasione per ricordare Ellis che è mancato all’età di 93 anni il 24 luglio 2007.
Il modello che propone Ellis viene detto “ABC”: fa riferimento ad un concetto talmente scontato che, come spesso accade per le cose semplici, è diventato invisibile a tutti noi.
La sigla ABC sta per:
A -> evento attivante
B -> convinzioni (in inglese beliefes)
C -> conseguenze emotive
Ellis sostiene che quando vi è un evento attivante A, siamo portati a credere che le conseguenze emotive C siano direttamente legate ad esso.
In realtà il rapporto tra A e C è mediato da B, le nostre convinzioni.
Prendiamo il caso di Anna: ha sostenuto un esame senza passarlo e ora prova una tristezza profonda, sente che non ce la farà ad andare avanti all’università e pensa che forse sarebbe meglio lasciar perdere.
Un osservatore esterno potrebbe vedere Anna e dire: “Anna prova disagio perchè non ha passato l’esame”.
Ora proviamo ad immaginare che Anna si rechi all’esame condividendo profondamente i seguenti pensieri:
“è solo un esame, sono determinata a passarlo ma se non lo passo non capiterà nulla, ci riproverò”.
Se non passa l’esame proverà disagio? Probabilmente fastidio per il fatto di doverlo ripetere ma non una tristezza profonda.
Vediamo ora da quali pensieri deriva il disagio di Anna. Le sue convinzioni mentre preparava e dava l’esame erano le seguenti:
“non sono sicura di potercela fare all’università, da questo esame capirò se sono capace”
“se non lo passo saprò che non valgo nulla”
“sono obbligata a passarlo”
Questi pensieri, hanno due effetti: da un lato rendono difficile il superamento dell’esame visto che rendono Anna ansiosa, dall’altro la fanno sentire triste dopo che non l’ha passato.
Le emozioni che Anna prova sono dunque coerenti con i suoi pensieri.
Il modello ABC evidenzia l’importanza di intervenire sugli aspetti psicologici al fine di permettere una migliore gestione del disagio emotivo.
In molti casi è auspicabile intervenire anche su un piano comportamentale per far sì che “l’evento attivante” (es. bocciatura all’esame) non accada o comunque sia gestito in modo positivo
Ad es. Anna potrebbe cogliere la bocciatura come punto di partenza per rispondere alla domanda: “dove ho sbagliato?” “come posso migliorare?”; potrebbe inoltre confrontarsi con docenti e compagni per trovare risposta a queste domande.
Dott. Enrico Parpaglione psicologo a Torino
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