Psicologo a domicilio Torino: per quali problemi può essere utile?
Lo psicologo a domicilio a Torino può essere una soluzione utile per alcuni problemi psicologici. Lo psicologo dott. Enrico Parpaglione svolge questo tipo di interventi psicologici domiciliari a Torino. Vediamo per prima cosa in quali casi sono consigliati.
Il servizio di psicologia a domicilio, si rivolge a tutte le persone che hanno oggettive difficoltà a spostarsi dal proprio domicilio a causa di impedimenti di varia natura. Lo scopo dell'intervento psicologico è la prevenzione del disagio e la promozione del benessere in campo psicologico. I servizi che possono essere erogati a domicilio riguardano:
- La depressione, attraverso tecniche di attivazione comportamentale. Solitamente una persona depressa sperimenta scarsi rinforzi positivi durante l’arco della sua giornata e ha la tendenza a ritirarsi ed evitare gli altri. Questo ritiro che inizialmente garantisce un certo sollievo dalle fonti di stress, a lungo termine fa sì che aumenti invece la probabilità di ricevere rinforzi negativi, riducendo invece l'opportunità di vivere esperienze positive. Questo circolo vizioso fa in modo che vi sia un aumento e un mantenimento dei sintomi depressivi. L'attivazione comportamentale, è lo strumento mediante il quale si costruisce un programma di attività che mira ad intervenire sulla passività, sull’evitamento e l’inerzia che caratterizzano la persona depressa. Grazie all’attivazione comportamentale si riducono i comportamenti depressivi e si vanno invece ad incrementare i rinforzi positivi e le occasioni di mettere nuovamente in atto il comportamento funzionale. L’attivazione comportamentale non agisce solo a livello di comportamento ma si pone come altro obiettivo quello di modificare le credenze e i pensieri negativi che la persona ha e che influiscono sul suo modo di fare le cose.
- Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) attraverso tecniche di esposizione. Al fine di combattere l’ansia legata agli stimoli ossessivi è importante esporre la persona agli stimoli in assenza di rituali comportamentali. L'esposizione può differire per forma e contenuto. Una prima forma di esposizione è quella che avviene in immaginazione, in essa si chiede alla persona di visualizzare mentalmente la scena che genera ansia. Gli esercizi prevedono la creazione di una scala di situazioni ansiogene che verranno affrontate poi in immaginazione partendo dalla meno disturbante. Una seconda forma di esposizione prevede lo svolgimento di simulate in studio. Una terza forma di esposizione è quella che avviene in vivo, ovvero proprio nella condizione reale che il paziente teme. L'esposizione, come abbiamo accennato, oltre che per la forma, può variare per il contenuto. Essa può infatti essere indirizzata a: sensazioni corporee indesiderate, emozioni, comportamenti, pensieri non voluti, luoghi, persone, animali, oggetti.
- Il disturbo d’ansia e nello specifico l’agorafobia grave che prevede tecniche di esposizione. Le persone che soffrono di agorafobia temono di trovarsi in mezzo alla folla, di rimanere in coda, di entrare nei supermercati e di viaggiare in macchina o sui mezzi pubblici affollati. Spesso queste persone tendono a non uscire di casa o da luoghi che si trovino molto vicini ad essa. Qualsiasi spostamento o allontanamento dal luogo sicuro fa sì che l’ansia aumenti. Il trattamento comportamentale del disturbo agorafobico, consiste nell’esporre “in vivo”, o attraverso tecniche immaginative il paziente alle situazioni che egli teme. Il principio su cui si basa la tecnica dell’esposizione graduale in vivo è quello di esporre ripetutamente per un lungo periodo di tempo la persona allo stimolo fobico, fino a quando egli non si abitua. Le situazioni che generano paura nella persona vengono individuate e disposte in ordine gerarchico da quelle meno ansiogene a quelle più ansiogene. Per ciascuna situazione il paziente indicherà un punteggio da 0 a 100 espresso attraverso una scala di valutazione che misura l’ansia soggettiva.
Dott. Enrico Parpaglione psicologo a Torino
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