Timidezza e ansia sociale
I timidi sono circa il 15-20% della popolazione ed evidentemente la timidezza può essere considerata un tratto normale di personalità, non certamente una forma di psicopatologia.
La persona timida può mostrarsi inibita nella relazione con le altre persone, può essere poco propensa a conoscere persone nuove e a mettersi al centro dell'attenzione. Se sei timido potrai avvertire un certo imbarazzo o apprensione quando ti si avvicinano altre persone. La timidezza deve essere distinta dall’introversione, anche se spesso nel linguaggio comune le due parole sono usate come sinonimi. In realtà, mentre il timido desidera relazionarsi con gli altri ma non sa come fare e prova disagio ed insicurezza nel farlo, l’introverso passa più tempo da solo perchè è in questa condizione che riesce a sentire il “giusto livello” di energia. Pertanto osservando un timido ed un introverso che partecipano alla festa potremmo notare che il loro comportamento è simile ma, solo intervistandoli, capiremmo che le loro motivazioni sono molto distanti.
Sebbene le persone timide siano più a rischio di soffrire di ansia sociale, la timidezza è l’ansia sociale (anche detta fobia sociale) sono due cose diverse. Nella fobia sociale vi è una paura persistente del giudizio degli altri, i segnali di apprezzamento vengono minimizzati mentre quelli di rifiuto sono ingigantiti. Nei casi più invalidanti la persona con ansia sociale vive con profondo malessere qualunque situazione nella quale si trova in mezzo agli altri. Nell’esperienza di altre persone, invece l’ansia sociale emerge solo in specifiche situazioni prestazionali, specie se le prestazioni avvengono davanti ad un pubblico.
Un esempio potrebbe parlare ad una riunione o tenere una presentazione davanti ad un gruppo più o meno numeroso di persone o ancora scrivere o mangiare davanti ad altri. Sebbene anche la persona timida provi un senso di disagio stando in mezzo agli altri, nell’ansia sociale questo malessere si esaspera risultando in sintomi fisiologici importanti tra i quali tachicardia, aumento della sudorazione (iperidrosi), tremori, tensioni muscolari, sensazione di avere il cuore in gola, secchezza alle fauci o bocca impastata. La persona con fobia sociale, pur rendendosi solitamente conto che i suoi timori sono eccessivi, tende comunque frequentemente ad evitare le situazioni di disagio o ad affrontarle con stress, preoccupazioni e accorgimenti usati a scopo rassicuratorio.
Come si combatte la fobia sociale? La psicoterapia per l'ansia sociale con approccio cognitivo comportamentale parte dal valutare se la persona ha abilità sociali e comunicative sufficienti oppure se il problema sia interamente legato ad un fattore emozionale. L’intervento avviene sui pensieri e convinzioni che portano la persona a stare male, sui comportamenti che mantengono il problema e sulle emozioni e risposte fisiologiche che sperimenta.
Dott. Enrico Parpaglione psicologo a Torino
Lascia un commento