Attacchi di panico a Torino. Terapia, cause e domande frequenti.
Per la terapia degli attacchi di panico a Torino il dott. Enrico Parpaglione propone la psicoterapia cognitivo comportamentale. Le persone che soffrono di attacchi di panico fanno spesso richieste sulle caratteristiche del disturbo e sulle terapie disponibili.
Di seguito le risposte alle domande più frequenti.
Cosa si impara in una psicoterapia cognitivo comportamentale?
1) Tecniche per modulare le emozioni;
2) Decondizionare l’attivazione dell’amigdala, la struttura del cervello che attiva improvvisamente la paura;
3) Utilizzare i pensieri per superare il panico;
4) Sfidare l’ansia modificando le risposte comportamentali.
Il panico insorge sempre da un evento traumatico?
No. A volte il panico può insorgere in seguito a un evento traumatico ma non è detto che sia sempre così. Spesso il panico emerge all’improvviso quando si conclude un lungo periodo di vita stressante. Inoltre con la diffusione di sostanze quali la cocaina, la cannabis, ecc.. accade sempre più spesso che il primo attacco di panico faccia seguito ad un abuso di droghe.
E’ vero che per superare il panico è necessario prima comprenderne le ragioni?
No. Sebbene comprendere cosa ha causato il primo attacco di panico possa essere utile e rassicurante, una volta che l’amigdala si è sensibilizzata si potrà attivare al di là della tua comprensione razionale dei fatti.
“Gli psicologi solitamente provano ad aiutare le persone usando l’intuizione e la comprensione per gestire i loro comportamenti. Tuttavia la ricerca neuroscientifica mostra che molti pochi problemi psicologici sono il risultato di un difetto nella comprensione; la maggior parte origina dalle pressioni provenienti da regioni più profonde del nostro cervello che guidano la nostra percezione ed attenzione” Bessel van der Kolk MD. Dovrà essere dunque fatto un lavoro specifico su queste regioni del cervello (es. amigdala). Accanto a questo la terapia terrà conto del significato soggettivo che può assumere il disturbo di panico nella vita della persona. Ad es. talvolta il panico emerge quando una persona si sente intrappolata nella propria vita e non trova una soluzione. La comprensione del significato del sintomo permetterà di riorientare la propria esistenza.
L’approccio cognitivo comportamentale è efficace per il panico?
Sì, è la forma di psicoterapia con più studi alle spalle a conferma dei risultati. La psicoterapia cognitivo comportamentale per il trattamento del panico è stata citata da: Organizzazione Mondiale della Sanità, National Institute of Mental Health (U.S.A.) e National Institute for Care and Health Excellence (Inghilterra).
American American Psychological Association (APA)
“La maggior parte degli specialisti è d’accordo che una combinazione tra le terapie cognitive e comportamentali è il migliore trattamento per il disturbo di panico. I farmaci potrebbero essere appropriati in alcuni casi”.
Documento citato: https://www.apa.org/topics/anxiety/panic-disorder
National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE)
Organismo inglese indipendente responsabile per la creazioni di linee guida nazionali per la promozione della salute e il trattamento delle malattie.
“Interventi psicologici per il disturbo di panico: dovrebbe essere usata la terapia cognitivo comportamentale (CBT)”.
Documento citato: http://www.nimh.nih.gov/health/publications/anxiety-disorders/treatment-of-anxiety-disorders.shtml
Quanto tempo ci vuole per superare gli attacchi di panico?
La durata del trattamento può variare a seconda dell’intensità del disturbo, della presenza di disturbi correlati (es. di personalità) e dalla variabilità soggettiva. Un altro fattore importante è quanto si sarà disposti a svolgere gli esercizi proposti in autonomia. Chi svolge i compiti a casa si riabilita in genere molto più rapidamente e con minore dispendio di denaro.
In ogni caso, per dare un’indicazione di massima, solitamente si ottengono buoni risultati già dopo 5-8 ore di terapia per quanto riguarda la gestione e riduzione degli attacchi di panico. Inoltre nella maggior parte dei casi effetti benefici si possono sperimentare fin dalle prime ore di trattamento.
Quali sono le fasi della terapia?
Assessment: in questa fase si valuta l’intensità dell’attacco di panico e la presenza di eventuali problemi correlati quali l’agorafobia.
Fase psicoeducazionale: chi soffre di attacco di panico è preoccupato e spaventato in primo luogo perchè non sa per quale motivo il panico arriva. Nella fase psicoeducazionale vengono date informazioni al fine di ridurre queste preoccupazioni.
Monitoraggio: attraverso l’uso di strumenti quali il “diario” sarà possibile monitorare quando e dove avvengono gli attacchi. Il monitoraggio permette di capire meglio la frequenza e l’intensità del problema e di impostare le opportune strategie di trattamento.
Respirazione e rilassamento: si tratta di tecniche con le quali i pazienti imparano la gestione dell'ansia fisiologica.
La ristrutturazione cognitiva: i pensieri da riconsiderare includono ad es. le convinzioni circa le conseguenze disastrose dell’attacco e i pensieri catastrofici sui sintomi.
L’esposizione agli stimoli che generano la paura: nel corso del programma le persone affrontano ciò che fa loro paura: le sensazioni e situazioni che vorrebbero evitare. L’esposizione ripetuta alle situazioni ansiogene permette la riduzione della risposta ansiosa.
Quali sono le caratteristiche di una terapia cognitivo comportamentale?
- collaborativa: terapeuta e paziente collaborano per definire e raggiungere gli obiettivi terapeutici
- mirata: la TCC non ha come obiettivo cambiare la personalità del paziente ma ha invece lo scopo di aiutare la persona su un particolare problema.
- specifica: gli obiettivi terapeutici sono definiti all’inizio del percorso
- a breve termine: in assenza di complicazioni dura per pochi mesi (se contiamo una media di 1 seduta settimanale)
- autonomizzante: uno degli obiettivi è quello di incrementare l’autonomia del paziente, rispetto al disturbo ma anche rispetto agli aiuti esterni, compreso il terapeuta.
- specifica: ogni problematica presuppone modalità di intervento diverse
- specialistica: non si tratta di una competenza improvvisata ma il terapeuta deve aver seguito un training apposito in tecniche cognitivo-comportamentali
"Sono in centro a Torino quando arriva l'attacco di panico, sento intensa paura dentro di me, senza che vi sia un motivo: il cuore inizia a battere all'impazzata, respiro affannosamente e mi sembra di morire". La terapia cognitivo comportamentale gli ha permesso di ottenere buoni risultati in breve tempo come accade nel 80-90% dei casi.
Cos'è un attacco di panico?
Il panico può essere considerato una sorta di errore nel normale funzionamento del sistema di allarme (mentale e fisico) che il nostro organismo possiede contro le minacce.
Nel caso del panico questo sistema si attiva infatti a sproposito ovvero in assenza di un reale pericolo.
L'attacco può durare una decina di minuti ed è probabile che al primo, che solitamente avviene in un periodo stressante per la persona, ne seguano altri.
L'attacco di panico è dannoso?
Sebbene un attacco di panico non sia dannoso a livello fisico, chi soffre di panico può limitare fortemente la sua esistenza nel tentativo di evitare di esporsi a situazioni che possano risvegliarlo.
Inoltre è facile che vengano fuori paure secondarie come la paura di essere giudicato male dagli altri ("penseranno che sono pazzo") oppure di non essere soccorso.
"Ho paura ogni volta che devo uscire di casa perchè mi aspetto che prima o poi ritorni..e se non ci fosse nessuno a soccorrermi?"
Si possono creare in seguito agli attacchi di panico vere e proprie fobie per le situazioni nelle quali si era presentato. Tuttavia, con il tempo, le fobie tendono a generalizzarsi anche a situazioni nelle quali non si è mai verificato un attacco.
"Da quando mi sono trasferito a Torino il disturbo di panico non mi dà tregua" Questa è uno dei motivi per cui si cerca la cura del panico andando dallo psicologo."
Quali sono le paure in un attacco di panico?
Il disturbo da attacchi di panico è spesso accompagnato da una serie di paure:
Diventerò pazzo
L’attacco di panico, così come l’ansia non può essere considerato una forma di pazzia.
Fare esperienza di un attacco di panico può essere molto spiacevole ma non può portare a disturbi mentali gravi quali le psicosi.
Perderò il controllo
Spesso in chi ha un disturbo da attacchi di panico vi è la paura di perdere il controllo: ci si immagina mentre ci si comporta in modo sconsiderato e fuori controllo durante un attacco di panico.
In realtà durante un attacco di panico la persona non ha il controllo sulle proprie sensazioni fisiche ma continua ad averlo sul suo comportamento.
Mi farà svenire
Per alcune persone l’attacco di panico diventa spaventoso perchè viene associato all’idea di svenire.
In realtà l’attacco di panico è caratterizzato da un aumento dell’attivazione nell’organismo (risposta di attacco – fuga) mentre lo svenimento è associato a una riduzione dell’attivazione. Si tratta quindi di risposte opposte che non possono avvenire nello stesso momento.
Rischio di morire di infarto
Sebbene sia vero che una vita stressante non è salutare a lungo termine per il cuore, un attacco di panico non è di per sè causa di morte in assenza di problemi cardiologici. I sintomi di un attacco di panico sono spiacevoli ma non pericolosi!
Quando preoccuparsi per gli attacchi di panico?
Chiunque può avere un attacco di panico almeno una volta nella vita, in questi casi l'esperienza, se pur a volte spaventosa, non è invalidante per la persona.
Le persone che sviluppano un disturbo di panico hanno invece un'esperienza di quanto possa essere difficile convivere con gli attacchi di panico. In questi casi:
- Gli attacchi di panico diventano frequenti ed inaspettati, anche non legati a situazioni specifiche
- Vi è una persistente preoccupazione rispetto alla possibilità di avere un attacco. Il comportamento viene condizionato dalla paura che un futuro attacco si verifichi: si evitano i luoghi in cui si sono avuti attacchi ma anche tutti quei luoghi della stessa tipologia o simili per qualche aspetto (es. se ho avuto un attacco di panico al cinema eviterò molto probabilmente tutti i cinema).
Quali sono i sintomi?
L’attacco di panico consiste in una condizione di paura o disagio intensi in assenza di un pericolo reale che si manifesta con un insieme di sintomi tra i quali:
- Respiro corto
- Iperventilazione
- Tachicardia
- Dolore al torace
- Tremori
- Senso di soffocamento
- Derealizzazione/depersonalizzazione
- Sudorazione • Nausea e disturbi allo stomaco
- Senso di testa leggera
- Capogiri • Vertigini
- Intorpidimento o formicolio
- Vampate di calore o freddo
- Paura di morire
- Paura di perdere il controllo
- Paura di impazzire
Cos'è l'ansia anticipatoria?
L'ansia anticipatoria è l'ansia che la persona inizia a provare quando deve affrontare situazioni nelle quali potrebbe stare male. Può attivarsi potenzialmente per qualunque esperienza ma in particolare è frequente quando ci sono da affrontare situazioni nuove. Potrebbe riguardare: fare un viaggio, andare al supermercato, guidare, cambiare lavoro, andare sulla metropolitana ecc. Chi ha un disturbo di panico può passare molto tempo ad immaginare di poter avere attacchi di panico in questi luoghi ovvero inizia ad avere "paura della paura".
Perchè si evitano le esperienze?
Quando si prova ansia anticipatoria pensando di affrontare una situazione viene spontaneo cercare di evitare la situazione stessa per sentirsi meglio. Questa strategia, che a breve termine può dare sollievo, può risultare molto invalidante per la persona a lungo termine.Quali esperienze evita chi ha avuto il panico?
- Lontananza da casa: la casa viene spesso visto come un luogo sicuro da cui non allontanarsi, questo accade specialmente se a casa si trovano familiari che danno sicurezza. Se la persona che sviluppa un disturbo da attacchi di panico (DAP) vive da sola può invece sviluppare la paura di stare a casa da sola con conseguente evitamento fobico.
- Recarsi in un luogo da soli: le persone che soffrono di DAP richiedono spesso ai loro familiari di essere accompagnate. L’evitamento di muoversi autonomamente può essere invalidante sia per la persona con DAP che per i suoi familiari.
- Sforzi fisici: il costante ipercontrollo delle proprie sensazioni fisiche ed il timore che rappresentino una minaccia per la salute porta la persona con DAP ad evitare qualunque sport o sforzo fisico.
- Recarsi in luoghi dai quali non è agevole scappare: (ristoranti, teatri, negozi, mezzi di trasporto, strade affollate): la sensazione costante di essere sotto minaccia porta la persona ad evitare tutti quei posti dai quali non è facile scappare. In alcuni casi la persona si reca nei posti ma prendendo particolari accorgimenti. Ad es. potrebbe andare al supermercato ma evitare di avvicinarsi ad alcuni reparti poichè li percepisce troppo distanti dalle uscite.
- Luoghi in cui sarebbe imbarazzante avere un attacco di panico: (situazioni pubbliche, riunioni ecc..). Alcune persone che soffrono di DAP hanno anche timore del giudizio e quindi evitano situazioni pubbliche. Altre persone col DAP invece prediligono situazioni pubbliche perchè pensano che in questo modo sarebbe più facile ricevere un soccorso in caso di attacco.
- Mangiare, bere: cose che possano provocare un attacco (alcol, caffeina, farmaci ecc..): la persona che ha il DAP può diventare “salutista” prestando attenzione a quello che mangia e smettendo di fumare per paura di stare male.
- Guidare: si evitano specialmente le autostrada, le strade con gallerie o ponti oppure nelle quali non sia presente una corsia d’emergenza nella quale fermarsi.
A cosa servono i sintomi di panico?
Nel corso di un attacco di panico la persona vive una serie di sintomi intensi e spaventosi che ricorderà poi per molto tempo.
Si tratta di un insieme di reazioni dette di attacco-fuga che sarebbero appropriate se si trovasse in effettivo pericolo di vita o comunque in una situazione di per sè emotivamente stimolante. In questi casi infatti interpreterebbe questi sintomi come una normale attivazione di fronte agli accadimenti.
Nell'attacco di panico, al contrario, i sintomi d'ansia si attivano in assenza di un pericolo visibile e risultano per questo spaventosi.
Se ad es. in un parco giochi si fa un giro su un ottovolante ci si aspetta di provare emozioni intense, dunque anche se si avvertono sintomi come sudorazione, vertigini, tachicardia, questi vengono considerati adeguati alla situazione e talvolta persino piacevoli!
Se invece si sta guidando una macchina e all'improvviso si provano le stesse sensazioni non ci si riesce a spiegare questi sintomi e ci si spaventa pensando di stare per morire, perdere il controllo o impazzire.
In realtà si è attivato il sistema di protezione e di allarme del nostro cervello in un momento sbagliato e dunque, in assenza di pericolo, il corpo reagisce come se si fosse inseguiti da una tigre!
I sintomi che si provano hanno una funzione protettiva e preparano quindi ad un comportamento di attacco o di fuga. Il significato dei sintomi di un attacco di panico è:
Tachicardia: consente al sangue di accedere rapidamente ai muscoli deputati all’azione.
Formicolio, torpore: il sangue affluisce ai muscoli delle braccia e delle gambe e la sua presenza si riduce alle estremità del corpo (dita dei piedi e delle mani).
Vertigini: l’aumento del ritmo respiratorio può causare un lieve calo nel normale afflusso di sangue al cervello e di conseguenza temporanee vertigini e disturbi visibi.
Sudorazione: ha la funzione di raffreddare il corpo nel corso dell’azione rendendolo inoltre più scivoloso e difficile da afferrare in caso di colluttazione.
Problemi di stomaco: sono causati dallo spostamento delle energie sui muscoli deputati al movimento e al combattimento. La digestione si blocca per non consumare energie inutilmente. La sensazione è quella di avere lo stomaco chiuso e diventa difficoltoso mangiare.
Svuotamento intestino, vescica: la funzione di questa reazione fisica è permettere una fuga più leggera e rallentare il predatore lasciando tracce sul terreno.
Tensione muscolare e tremori: l’organismo si prepara all’azione attraverso la tensione muscolare.
Vampate di calore: legate all’attivazione di tutto l’organismo.
Sensazione di stanchezza: segue l’attivazione dell’organismo ed è legata all’esaurimento delle energie mobilitate per la reazione di attacco/fuga.
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